Il mio VIAGGIO NEL MONDO CAPOVOLTO
- cimettigaia
- 21 mag
- Tempo di lettura: 5 min
"Mi metto in verticale
E le lacrime
Mi lavano i capelli" Nicoletta Nardini

Avevo 38 anni,
Il periodo era impegnativo.
Avevo preso la ponderata decisione di terminare una relazione durata 12 anni, una di quelle importanti, una di quelle con la fede al dito.
Ricordo ancora l'affollamento mentale totale che ogni mattina mi svegliava puntuale.
Sembrava che forze opposte mi tirassero in direzioni diverse senza portarmi da nessuna parte .
Da un lato la PAURA del futuro
Dall'altro il bisogno di CAMBIAMENTO
Angoscia sembrava farsi beffa dei sogni e dei desideri.
Paura Dell' IGNOTO era così caparbia da mettere a tacere il mio intero cuore.
E quando vinta, col mal di testa e gli occhi gonfi di lacrime mi ritrovavo a realizzare che erano solo le 10 di mattina, che avevo una figlia di 2 anni e dovevo fare l'ordine del giorno.

Riassumevo il tutto con :
Passerà.
Qualcosa succederà.
In un atteggiamento passivo di finta fiducia nell'universo e totale sfiducia in me stessa.
In quel periodo mi praticavo fisicamente.
Significa che stavo affrontando presso lo studio MoveMentality un percorso di movimento.
Avevo delle routine di movimento in cui facevo attenzione a ciò che muovevo, piedi , anche , bacino.
Mi incuriosiva, mi interessava, un modo nuovo di muovere il corpo per un ex agonista orientata solo al gradino più alto del podio.
Una dimensione di ascolto.
Tra i vari esercizi, per gioco avevo inserito nella routine la cosa più pazza che avessi mai sperimentato : la VERTICALE a muro.
La verticale era la cosa più paradossale che ci fosse per un ex maratoneta come me.
Ore di corsa senza stancarmi mi ritrovavano affaticata a muro in un tempo ridotto a 60 secondi sulle mani (peraltro con i piedi a muro!!).

E poi a testa in giù, non ci CAPIVO nulla, non avevo riferimenti, sentivo solo fatica NUOVA, respirazione NUOVA, ...tutto così LONTANO da me, eppure...avevo cominciato a notare che scendendo dal muro, dopo solo pochi minuti di lavoro, la testa...era più libera.
Praticare verticali aveva senso in quel momento.
Era una roba pazza che metteva la testa in pausa.
Ricordo come questa posizione, mi capovolgesse letteralmente i pensieri.
Salivo con "che ne sarà di me", scendevo con "ma cosa vuoi che succeda, tanti si separano, andrà tutto bene".
E questa cosa mi rassicurava.
Al primo seminario di verticali a Padova , ricordo nel mio semplice inglese di aver detto " sono qui perché voglio capovolgere la mia vita. Quando saprò stare da sola sulle mani, so che avrò sufficienti risorse per fare della mia vita ciò che desidero".
La verticale è un po' il sogno di ogni bipede...io
credo , quella cosa che vedi fare e ti dà la sensazione di avere davanti un supereroe.
Si perché la verticale è un salto nel buio, è l'ignoto, il vuoto, una paura ancestrale.
" e se le braccia si spezzano e mi rompo la testa?"
Siamo bipedi, non pipistrelli.

Alla fine, ho imparato a stare in verticale, e la paura dei primi anni si è trasformata in desiderio, curiosità, gioia, risate pazze, euforia, vibrazione vitale.
Sono ormai passati 10 anni e quell'entusiasmo, quella curiosità sono sempre li.
Perché non è mai banale, mai scontata, mai facile, mai una certezza.
È UN VIAGGIO verso l'incerto con la consapevolezza che ci troverai ogni giorno qualcosa di tuo.
Nulla è più simile alla verticale, dell'attimo di felicità.
Un attimo in cui sei là, onnipotente, con le gambe lunghe slanciate al cielo e le mani forti che spingono CONTRO forza di gravità, CONTRO peso corporeo... per un attimo vincono loro e tu sei li, apparentemente immobile in quella delicata fragilità che è un HANDSTAND.
Adoro le verticali perché sono una parodia della vita, dell'essere, delle relazioni...
Serve propriocezione, serve conoscersi, servono poi...forza , flessibilità...e la capacità di dosare tutto questo... il "balancing", serve sentirsi, servono anche intuito e fiducia in se stessi.

Mi viene sempre in mente quando seguivo da adolescente le ricette culinarie .. 100 grammi, 50 grammi, 3 cucchiai, ...un misurino...e poi arriva lui il temutissimo...Q.B.
Quanto basta. Quanto basta come? Per chi ?quanto? Quando?
La verticale è forza, flessibilità, spinta, slancio, balancing, ...Q.B.
Questo mi piace.
Il duro realismo per cui la verticale non può essere studiata a tavolino.
Non può essere ragionata, pensata, confezionata.
La verticale va vissuta.
Va sentita.
Dopo anni di lavoro da autodidatta ho deciso di prendere lezioni da un verticalista professionista.
Lì le cose hanno assunto dimensioni di nuovo interesse.
Il lavoro sulle verticali ha cominciato ad avere una struttura molto più rigorosa e meno empatica.
Anni a ripetere esercizi molto simili.
Allenamenti sempre più impegnativi, per avere così tanta forza da rendere facile ciò che anni prima sarebbe stato impossibile.
La frustrazione è ciò che più mi ha accompagnato in questi anni.

Perché investire così tanto tempo ( nel parametro del tempo che può avere una donna che ha una propria attività e due figli, una famiglia), tempo ritagliato, tempo prezioso, in qualcosa di così specifico...e non vedere risultati a breve termine è FRUSTRANTE.
E qui un'altra preziosa lezione delle VERTICALI.
Per imparare BENE serve TEMPO, tantissimo tantissimo tempo.
E questo nei tempi dei social, internet, web marketing , lauree on linee, stage di un week end per diventare esperti certificati di qualcosa...Questo è TANTA ROBA.
Umiltà, lavoro costante, abnegazione sul lavoro, dedizione , pazienza , ascolto di sé sono ingredienti preziosi per navigare nel mare della frustrazione.
Un mare, un oceano che trova improvviso ristoro in qualche ATOLLO posizionato qua e là, dove improvvisamente si sale a gambe tese, si tiene una verticale free standing per un minuto...e poi si riparte...si riprende la navigazione , la navigazione verso una nuova abilità, un dettaglio.
Dopo quasi due anni,
Apprezzo ciò che per essere imparato ha bisogno di TEMPO, lo apprezzo profondamente.
E l ultima perla che ho trovato nel mio viaggio personale nel mondo delle VERTICALI è un personale sviluppo di intuizione e istinto.
La MENTE può tacere mentre il CORPO SA.
È la liberazione dal mentale, la liberazione dell'elenco di ordini che la MENTE SUPPONENTE, LA MENTE SACCENTE da al corpo, relegato ormai ad un mero esecutore di infiniti compiti:
Slancia
Allunga
Apri le spalle Tieni il centro
Gambe tese...
Tutto questo è illusione, tutto questo è non reale.
La verticale, dopo anni di lavoro ben fatto...è
Vai su e sentiti in equilibrio.

Come un bambino che da solo passa da gattonare a camminare
Come un ragazzino che nel piazzale di casa, impara ad andare in equilibrio senza mani.
Ho visto le mie bambine imparare a camminare
Ho visto i miei fratelli imparare ad andare senza mani
Mai scorderò il loro stupore e la loro gioia nel farlo.
Il mio seminario VIAGGIO NEL MONDO CAPOVOLTO
è il riassunto di questa mia esperienza.
Un viaggio attraverso il corpo, durante il quale pavimento e muro sono solidi alleati per la propriocezione, per la consapevolezza di sé, per sentire la forza, per cercare flessibilità e poi tentare a fine seminario di tuffarsi nel balancing come in un SOGNO dove tutto può accadere e tutto in realtà accade.
La mia esperienza nell' accompagnare chiunque in questo viaggio è la capacità di rendere fruibile una sensazione.
Indescrivibile la gioia più grande nei volti dei partecipanti che passano dall' essere timorosi alla gioia incredula nel giro di due ore.
Ti aspettiamo!

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